Torre della Polveriera (Alghero)

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Torre della Polveriera

Posizionata nella porzione di bastioni, più antica della città, intitolata a Antonio Pigafetta che dalla discesa che porta a Piazza Santa Croce raggiunge la passerella anteriore alla torre di Sant’Elmo, un po’ più a nord rispetto alla Torre della Campana, scorgiamo la Torre della Polveriera che, realizzata a metà del secolo XVIII durante la dominazione dei Savoia, era destinata a arsenale per armi e polvere da sparo.

Torre di San Giacomo (Alghero)

Nonostante appaia piuttosto piccola, questa originalissima torre (nota anche come "Torre dei Cani" per aver svolto anche il ruolo di canile municipale), in origine era composta di ben tre piani, due dei quali sono comunque ancora oggi perfettamente conservati.

Anche questa (come la Torre di Sulis) continua a posare le sue fondamenta direttamente in mare.

La torre, vista dal Lungomare Dante (foto 1), appare semplice, quasi insignificante nel sistema di fortificazione, ma in realtà essa fu un'importante componente del sistema difensivo algherese. Le sue possenti mura, il suo collegamento diretto con il mare (introdotto in tempi più recenti rispetto alla sua costruzione), la posizione strategica -tradita anche dalla presenza di diverse bocche da fuoco- ed il ruolo di raccordo tra i bastioni Colombo ed i bastioni Marco Polo, hanno consentito che essa venisse curata in maniera particolare.

Vista esternamente risalta subito la sua pianta anormalmente ottagonale; gli interni a pianta circolare (foto 6), sono segno di un rimaneggiamento degli esterni avvenuto certamente dopo il 1625, probabilmente per rafforzarne ulteriormente la struttura.

Osservando il piano terra, si notano immediatamente dei particolare decisamente interessanti: innanzi tutto la struttura portante a "spicchi", simile ad altre torri, con le nervature realizzare in blocchi squadrati che confluiscono in un'apertura circolare centrale comunicante con il piano superiore.

Nel pavimento si apre al centro un altro circolo, identico a quello presente nella volta, contornato da altre aperture rettangolari. Queste fungevano da punto di collegamento tra i due piani (terra e seminterrato) ed erano sfruttate per far passere armi e munizioni in maniera veloce, senza cioè dover percorrere la stretta scala a chiocciola.

Il piano seminterrato, che vediamo in queste due foto, era utilizzato come deposito di armi e munizioni, collocate anche in spazi ricavati all'interno dello spessore delle mura della torre.

Il sistema di costruzione è il medesimo del piano superiore, ma un restauro in anni recenti ha coperto con l'intonaco il basamento delle pareti, nascondendo anche la parte iniziale delle nervature.

Osservando la foto qui di lato, nella parte alta a destra è possibile scorgere una porzione dell'apertura rettangolare di cui abbiamo già detto.

Il piano seminterrato, che vediamo nelle foto da 5 a 9, era utilizzato come deposito di armi e munizioni, collocate anche in spazi ricavati all'interno dello spessore delle mura della torre.

Il sistema di costruzione è il medesimo del piano superiore, ma un restauro in anni recenti ha coperto con l'intonaco il basamento delle pareti, nascondendo anche la parte iniziale delle nervature.

Nonostante si tratti di una costruzione militare, non mancano elementi architettonici di pregio:
- l'ingresso alle scale interne nel piano seminterrato (foto 9);
- le decorazioni esterne che si estendevano sul piano oggi mancante (foto 10 e 11).

Attualmente, insieme alla vicina torre di Sulis, è in fase di restauro, destinata ad accogliere una porzione del sistema museale

Torre Sulis (Alghero)

La Torre dello Sperone (Espero Reyal) prende il suo nome dalla  presenza, a ridosso della stessa, di una propaggine della  fortificazione, uno sperone, appunto. Oggi e piu nota con il  nome di “Torre di Sulis” datole dopo che il rivoluzionario cagliaritano  Vincenzo Sulis vi fu rinchiuso trascorrendo ben ventidue  anni di isolamento al suo interno. Costruita nella prima  meta del secolo XVI costituiva uno dei baluardi della fortificazione  algherese ed e certamente tra le piu torri piu maestose  della citta: mura spesse ben 6 metri per tre piani dalle volte  altissime, sorrette da enormi nervature; tutti i piani sono collegati  tra loro attraverso una scala interna di forma elicoidale  ricavata nello spessore del muro. I grandi cannoni sistemati  di lato alla torre sono stati collocati li agli inizi degli anni 1970,  dopo essere stati recuperati da un galeone spagnolo affondato  al largo di Alghero intorno al 1500.

Climbing: Falesia “Placche di Peyer” (Alghero)

  • Bella falesia vicino Alghero.

    Negli ultimi anni il numero degli itinerari è quasi raddoppiato, anche grazie all'opera dell'algherese Massimo Siffu.
    Le vie sono corte e non particolarmente semplici da interpretare (almeno per chì non è abituato a questo tipo di roccia).

  • Accesso: Provenendo da Alghero si oltrepassa Fertilia. Dopo pochi chilometri andando in direzione Capo Caccia prima del bivio pe Maristella si raggiunge il Nuraghe Palmavera, uno scavo archeologico (sulla dx). Dopo il nuraghe si prende sempre sulla destra, una stradina sterrata (ATTENZIONE: sull'altro lato della strada c'è un cartello con l'indicazione della falesia!); si imbocca la stradina e la si segue fino al bivio in cima alla salita, di qui si va a sinistra e si segue la strada a mezzacosta fino ad un tornantino in ombra, dove si può parcheggiare (1100 m dall'asfalto).
    Lasciata l'auto, dallo spiazzo si imbocca un sentierino (qualche segno bianco-rosso) che prosegue verso nord-est e che raggiunge le prime vie della parete (numeri bassi nella foto).

WW2 military bunker (Alghero)

WW2 military bunker (Alghero)

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